EVERYONE WELCOME

Benvenuti a tutti sullo spazio dedicato agli studenti di Mediazione Linguistica offerto dal COLLETTIVO NO PASARAN.
Saranno inserite periodicamente tutte le iniziative che presentiamo con relative foto e commenti.
Buona navigazione!

giovedì 12 novembre 2009

NewsLetter: adesso il titolo dallo tu!

AAA...Cercasi studenti che abbiano voglia di diventare i redattori del nostro servizio di newsletter.

Servirà a tenerci informati sugli avvenimenti più attuali che riguardano l'università, il nostro paese ma anche il mondo in cui viviamo, così da suscitare riflessioni costruttive su vari argomenti.


LA PARTECIPAZIONE è APERTA A TUTTI!


BASTA LA VOSTRA VOGLIA DI SCRIVERE PER INFORMARE...


Se siete interessati contattaci tramite collettivonopasaran@gmail.it

o veniteci a trovare in auletta (quella affianco alla T11) tutti i Martedì dalle 10:30

martedì 10 novembre 2009

BIMBI A COLORI!

I Bambini di Sesto incontrano l'Università

Mercoledì 11 novembre 2009

Ore 16,45

Polo di Mediazione Linguistica e Culturale

P.za Indro Montanelli, 1

Sesto San Giovanni (MM Marelli)


Favolose storie, riflessioni giocose sulle differenze e sulla ricchezza

che ognuna porta con sè...

Siamo tutti dive rsi e per questo tutti uguali.

Costruiamo insieme un'alternativa alla scuola dei tagli e dell'ignoranza, che propone classi ponte e dialetto ed elimina le ore di lingue straniere, di geografia... e le figure dei mediatori!


LA SCUOLA E' ZONA FRANCA! NESSUNO E' CLANDESTINO!


Vi aspettiamo numerosi con mamme, papà, nonne, nonni, zie … e insegnanti!


A BREVE FOTO DELL'INIZIATIVA!

sabato 24 ottobre 2009

Non sono razzista ma... / Tavola rotonda tra professori e studenti

Martedì 27, h.10.30 aula p4
"Non sono razzista, ma
..."

Pacchetto sicurezza, reato di clandestinità, respingimenti. Medici e presidi spia, autobus blindati e retate contro gli irregolari. Classi ponte, impronte digitali da prendere ai bambini rom. Dialetto nelle scuole a discapito delle ore di lingue straniere e di geografia. Sanzioni penali per chi affitta la casa ai clandestini. Più in generale l'attacco al dirittoall'istruzione, alle cure sanitarie, alla mobilità, alla casa. L'ossessione compulsiva della sicurezza, per proteggerci dall'invasione. Riflusso nostalgico o "nuove" forme di razzismo?

Un momento di dibattito e confronto per provare a capire come si inserisceun panorama totalmente anacronistico, costruito sotto la bandiera dell'identità "Italiana-bianca-cristiana", e come si declina la questione della cittadinanza come reale accessibilità ai diritti, nel mondo della globalizzazione, del terzo millennio, in cui il kebab viene spesso preferito ai McDonald e il tanto temuto "diverso" è il nostro vicino di casa.

Crediamo che sia importante approfondire queste tematiche per comprenderequello che ci accade intorno e per guardare in avanti: oggi più che mai l'Italia non è tanto intrisa di in un'emergenza "sicurezza", quanto forse di un' emergenza razzismo.

Invitiamo tutti i docenti e tutti gli studenti a partecipare e intervenire,portando la propria opinione in questo dibattito.


Collettivo NoPasaran di Mediazione Linguistica e Culturale
collettivonopasaran@gmail.com

lunedì 14 settembre 2009

un mese di mobilitazioni per Abba, contro il razzismo


Abba Vive! Razzismo Stop! settembre-ottobre 2009 mese di mobilitazioni antirazziste

CALL FOR ACTION! Settembre- Ottobre 2009
Costruiamo un mese di mobilitazioni per non dimenticare abba e per fermare il razzismo! Segnala la tua iniziativa, azione, evento a : unmeseperabba@gmail.com Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. diffondi informazione e partecipazione calendario online in aggiornamento continuo su http://abbavive.blogspot.com




19 SETTEMBRE: CORTEO PER ABBA CONTRO IL RAZZISMO
H. 15.00 POTRA VENEZIA, MILANO



GUARDA LE ALTRE INIZIATIVEIN CALENDARIO:
alt Mercoledì 2 Settembre e Mercoledì 9 Settembre 2009:
Assemblea pubblica organizzativa del mese per Abba e del corteo del 19 settembe h.19.30 @ CS Cantiere
alt
Da Giovedì 10 a Giovedì 26 Novembre
Lo spazio Micene dedica la 4a rassegna cinematografica ad Abba e contro il razzismo [Guarda la locandina]
alt 12-13 Settembre 2009:
* Festival Antirazzista per non dimenticare Abba, Cernusco sul Naviglio
alt
14 Settembre 2009:
* Meet point c/o via Zuretti: dalle 18 alle 20 lascia un tuo messaggio in ricordo di Abba e contro il razzismo.
alt 15 settembre
2009:
* Comitato per non dimenticare abba e x fermare il razzismo @ Cernusco ore 21.00
alt 18 Settembre
2009:
* Cena balcanica Piatti tipici della tradizione balcanica @Campo rom di via Sesia @Rho ore 20.30
alt 19 Settembre
2009:
* CORTEO h 15_ MILANO p.ta Venezia
* Serata benefit in Cox18 a sostegno degli imputati di Via Corelli con DJ Kleopatra
* Hip hop and reggae dedicated to Abba: Bergamo reggae e Nomama Project on stage @ Cs Cantiere
alt 20 settembre
2009:
* Jam session Hip Hop a Pioltello

alt 21 - 23 Settembre
2009:
* Mobilitazione al tribunale in occasione delle due udienze del 21 e 23 settembre del processo per la rivolta di Via Corelli
alt 26 Settembre
2009:
* Serata studentesca antirazzista powered by Coordinamento dei collettivi studenteschi di Milano e provincia @ Cs Cantiere
alt 2 ottobre
2009:
*99 Posse in concerto
alt
9 e 10 Ottobre 2009:
* 2d HipHop per non dimenticare Abba! "Amore per le rime, Odio per la xenofobia" Un weekend antirazzista per non dimenticare Abba, ucciso brutalmente a soli 19 anni a ritmo di musica Hip Hop, perchè è il sottofondo musicale di tutte le metropoli del mondo e la colonna sonora di una generazione meticcia, ribelle e colorata che parla tante lingue.[ Leggi il comunicato del progetto NoMama] [vai a cantiere.org/nomama]
alt 17 Ottobre 2009:
* Corteo nazionale a Roma




> LEGGI L'APPELLO:

Per fermare il razzismo. Perchè non accada mai più e per non soffocare nella barbarie.
Contro un presente di leggi razziste e risposte autoritarie alla crisi, contro ronde e razzisti e un passato che non ha futuro.
Per il ritiro immediato dei pacchetti sicurezza. Per una globalizzazione dei diritti per tutti e tutte.


Ad un anno dal maledetto 14 settembre 2008 e dalle mobilitazioni che ne seguirono, ad un anno dall'omicidio di Abba,
per un corteo a Milano il 19 Settembre ed 1 mese di iniziative e mobilitazioni che non si riescano a contare e perimetrare.
Proponiamo con questo appello 1 mese in cui la soggettività meticcia di Milano e delle nostre città prenda parola assieme. Lanciamo questa "call for action" a chi non è mai sceso in piazza ma comunque, anche in tempo di crisi e precarietà assoluta, preferisce prendersela con i pre-potenti e non con i più “deboli". Ci rivolgiamo a chi ancora pone la forza del rifiuto alla rassegnazione di fronte ai pre-potenti imprenditori della paura, fomentatori dell'odio razzista, tanto più pericolosi in quanto tronfi di ignoranza oltre che di arroganza. E certamente lanciamo anzitutto questa proposta a quanti, nei mesi successivi allo scorso 14 Settembre 2008 hanno riempito le strade e le città con istanze di liberazione di diritti, solidarietà attiva e amore per la libertà, mobilitandosi contro rigurgiti di nuovo nazionalismo, razzismo, autoritarismo dalla camicia verde o nera : attiviste e militanti, comitati antirazzisti, comunità migranti, centri sociali, associazioni della società civile e circoli culturali, collettivi metropolitani e studenteschi, insegnanti e genitori, precarie e precari, artiviste e artisti, nodi di comunicazione indipendente e di alternativa culturale.
Proponiamo che a Milano e non solo, ciascuno a suo modo e come meglio crede, a partire dalla sua esperienza collettiva o individuale costruisca e supporti iniziative per ABBA e contro il razzismo diffondendo in modo virale mobilitazioni, eventi, azioni, dibattiti, lezioni in piazza, readings, concerti, jams e block parties, radio-trasmissioni, video-produzioni, performance, mostre e istallazioni, autoproduzioni, subvertising. Proponiamo 1 mese in cui fare vivere i nostri spazi di energie alternative e contaminare più possibile i nostri territori di anticorpi al razzismo, e ai razzisti diffondendo informazione, attivismo, socialità, spazi di libertà.
Facciamo questa proposta perchè pensiamo sia necessario e possibile non abbandonare al "corso delle cose" le nostre città, e le nostre vite, a partire da Milano, una metropoli che ha fiato e cuore per sollevarsi. Vogliamo infatti scommettere sulla possibilità di costruire in modo partecipato e determinato una mobilitazione che nasca dalla stessa passione, energia e rabbia che un anno fa ci hanno portato naturalmente, come travolti dall'indignazione, a immaginare e provare a disegnare insieme un territorio della metropoli nuovo, fondato sulle nuove composizioni del sociale e per questo esteso oltre ogni confine, centro e periferia, costruito dal basso e fondato su affetti, cooperazione, indignazione, rivolta.
Proponiamo che questa mobilitazione abbia inizio con il 12 e 13 Settembre a Cernusco, città di ABBA e della sua famiglia, e arrivi fino al 17 Ottobre, giorno di mobilitazione nazionale antirazzista e contro il pacchetto sicurezza. Proponiamo che durante questo periodo le iniziative siano delle più diverse e più diffuse possibile, ma anche che ci siano spazi per ritrovarsi insieme a partire dai 2 giorni di Cernusco e attraverso un 14 Settembre in via Zuretti. E in particolare lanciamo uno spazio e una sfida da costruire assieme, in poco tempo e per questo con ancora maggiore energia : una grande data di mobilitazione con corteo a Milano Sabato 19 Settembre, ad un anno esatto da quel 20 Settembre 2008 che ha visto migliaia di persone non lasciare soli famiglia e amici di un ragazzo di 19 anni che, oltre ogni sentenza di tribunale, rifiutiamo di considerare vittima di "2 biscotti" o "casuale fatalità".
Ricordiamo lo scorso 20 Settembre 2008 come una corsa piena di rabbia e dignità, inarrestabile, una "manif sauvage" fino a via Zuretti, al termine di un corteo di decine di migliaia, non una faccenda di pochi, non una scelta di rappresentarsi soltanto. Da quel giorno tutti noi e molte e molti altri abbiamo imparato a conoscere ABBA, in tutta Italia ed oltre. Da quel giorno a Milano, come se avessimo avuto bisogno di una spinta di coraggio, ci siamo trovati spesso ad invadere la città con corse selvagge e lezioni in piazza, mobilitazioni contro le "classi ponte" e a fianco delle comunità straniere, azioni di difesa e liberazione e ri-liberazione di spazi di libertà e alternativa culturale, fino alla autogestione e difesa, nonostante il caldo agostano, di fabbriche in svendita e case e spazi destinati agli sfratti e speculazioni dell'expò. Abbiamo vinto talvolta, pur senza riuscire ad invertire la rotta verso “la sicurezza e la disciplina” e pur fininendo, qualsiasi importanza si dia alla cosa e comunque la si pensi in merito, nel calderone della ennesima sconfitta elettorale.
La mobilitazione del 20 Settembre 2008 è figlia di una tragedia, che nemmeno non vogliamo dimenticare: l'omicidio razzista di Abdoul Guibre, 19 anni, ragazzo. Abba era italiano e raccoglieva in sè la ricchezza della terra d'origine della sua famiglia, il Burkina Faso e l'Africa tutta. Abba andava a scuola a Cernusco in provincia di Milano, camminava da sempre sulle stesse strade su cui camminiamo noi, amava il ritmo hip hop dei suoi cotenaei, musica meticcia e, talvolta, ribelle. Abba era uno di noi eppure era anche uno di quelli che la barbarie della "fortezza europa" ha schiacciato.
Tutte le diverse mobilitazioni di questi 12 mesi che ci separano dallo scorso Settembre sono frutto di un rifiuto a difendere una Italia "italiana" o una "Padania" padana, un mondo-non-mondo ma piccola fortezza arroccata su se stessa, in guerra e vittima della barbarie che coltiva in sè, incapace di garantire diritti sicuri ai cittadini o "sudditi" se non attraverso politiche di precarizzazione e controllo. La mobilitazione per Abba è stata e può ancora essere parte della battaglia contro l'imbarbarimento, “la retorica della invasione” e la tremenda idea donchisciottesca di poter fermare il tempo e chiudere la globalizzazione a quella di merci e finanza soltanto. Una idea che non colpisce mulini a vento, ma donne e uomini mentre attraversano il Mediterraneo o si piegano ad un lavoro pericoloso e malpagato, l'unico possibile per chi è marchiato dalla clandestinità. Una idea che anche piu' semplicemente colpisce donne e uomini uguali a noi, stessa cittadinanza, lingua e perfino accento, cittadini italiani discriminati come "diversi" grazie ai politicanti che ad arte alimentano l'odiosa spirale di odio e pregiudizio per la differenza e il diverso colore della pelle.
Il giorno dopo quella settimana di dolore, rabbia e rivolta, sociologi e penne dei maggiori quotidiani, questori e prefetti, si prodigarono nel lanciare allarmi contro l'emergenza "banlieux" all'italiana. Negli stessi giorni persino gli ebeti governanti del polo delle il-libertà scoprivano con scorno nonostante il loro negazionismo, l'affermazione pubblica della realtà che l'Italia è terra, e non luogo di passaggio o permanenza temporanea, per tanti : donne e uomini dai diversi colori di pelle, fin troppo pazienti nell'aspettare risposta al diritto di essere "tutti diversi tutti uguali". Sarebbe bastato per scoprirlo fare un giro in qualunque metropoli europea, o dare uno sguardo ad una cartina geografica o ancora passare, magari sbadatamente, di fronte ad un qualsiasi asilo o scuola nostrana.
Prima e dopo quel giorno abbiamo continuato a sentire la litania della guerra al diverso, retorica della sicurezza e ulteriori boiate utili ad innalzare nuove frontiere, ghetti e confini : lotta alla "invasione", alla multietnicità, classi ponte e dialetti, ronde, deportazioni e cie, pacchetti sicurezza. E ancora : fuoco sui campi rom, manganelli sui rifugiati politici "colpevoli" della fuga da carestie, guerre e dittature, sottrazione del diritto all’istruzione ed alla salute a chi non è in regola con il permesso di soggiorno, carrozze per soli bianchi, giochi di guerra nel Mediterraneo, gli accordi Italia-Libia, negazione della dignità di cittadinanza a suon di decreti flussi o pseudo-sanatorie ipocrite quanto kafkiane e altri disgustosi episodi sono tutti figli di questa logica aberrante. Una logica che parla di libertà, solo per sopprimerla, anche a colpi di ronde se necessario e che distribuisce la sicurezza in pacchetti, privi del famoso avvertimento “nuoce gravemente alla salute”. Una logica che dopo essersi alimentata di “guerra al terrorismo” (perchè ogni fortezza ha bisogno di un nemico), è diventata strategica quando la crisi economica ha cominciato a mordere: sempre più indispensabile ricattare la “forza lavoro”, anche tramite la negazione di più elementari diritti di cittadinanza ma soprattutto utile fomentare l'antico adagio per cui “il nemico del povero è il più povero e così all'infinito”.
La giustizia per Abba è nel non lasciare, peraltro ad 1 solo anno dalla tragedia, che la sua storia possa essere dimenticata. Un atto dovuto non solo alla sua famiglia e ai suoi amici ma necessario per tutte e tutti noi, per non piegarci noi e le nostre città, alla barbarie della indifferenza e della intolleranza. . Per Abba, la sua famiglia, per tutti noi e per quanti vivono in silenzio sulla propria pelle e nella indifferenza la tragedia di politiche indegne di qualsiasi umanità. Contro le politiche di precarizzazione continua delle nostre vite e gli ottusi e pericolosi responsabili di politiche razziste e liberticide. Solo una presa di parola comune e una azione di movimento virale puo' dire con forza qui ed ora Razzismo Stop!

lunedì 30 marzo 2009

MILANO AMA LA LIBERTA' MILANO RIPUDIA IL FASCISMO




Domenica 5 Aprile i neo fascisti di Forza Nuova intendono organizzare un incontro a cui parteciperanno negazionisti, xenofobi, omofobi e razzisti da tutta Europa.
Il copione l'abbiamo visto a Bergamo, dove la parata fascista e le cariche contro gli antifascisti, oltre a evidenziare la reale natura di questi soggetti hanno anche dimostrato, per l'ennesima volta, di quali appoggi godano. Quello che intendono fare a Milano è quindi l'ennesima provocazione ad uso e consumo di chi tenta di attaccare i diritti e le libertà di tutti noi, di chi foraggia questi personaggi soffiando sulle paure e sulle insicurezze diffuse per seminare odio, paura e politiche securitarie. A milano non c'è spazio per i fascisti.Il sostegno o il tacito assenso che le istituzioni milanesi stanno dando a questa iniziativa, per quanto venga presentato come rispetto della democrazia, non è casuale. La città che questa giunta vuole costruire ha necessità dell'azione devastante dei fascisti: differenze azzerate, pattugliamento di ronde per tutelare l'ordine degli affaristi d'ogni risma, dei redditieri e del profitto. La città di De Corato e Moratti è una città impaurita e blindata, una città vuota e infelice. E che nessuno ospiti il convegno di Forza Nuova, che si rifiuti la cittadinanza ai negazionisti e ai razzisti, come già fatto dalle Stelline che in seguito alle pressioni della milano antifascista hanno fatto marcia indietro.
Ma Milano non è solo odio e paura. E' fatta anche da chi rifiuta chi semina odio per la diversità e cultura autoritaria. E' fatta di medici che non vogliono essere delatori, di studenti, insegnanti e genitori che rifiutano le classi separate, migranti che non vogliono più essere merce, di donne e uomini liberi che non sopportano più chi vuole decidere delle loro vite.

E' una città plurale, una città antifascista.
Milano ama la libertà.

Milano antifascista e antirazzista.

giovedì 12 marzo 2009

CORSO DI AUTOFORMAZIONE: NUOVE SOGGETTIVITA' e NUOVI PROFILI NELLA METROPOLI METICCIA


Negli ultimi anni stiamo assistendo alla costruzione sistematica del clima della paura. Paura di un generico diverso, che sia tale per etnia, provenienza, sesso, religione...
Nell'era della globalizzazione, della circolazione ininterrotta di merci ma anche e soprattutto di persone, ci si barrica dietro un presupposto senso di identità e appartenenza, terrorizzati dalla contaminazione.
Una contaminazione che però c'è ed è quotidiana, caratterizzante in ogni tratto le nostre metropoli, dove meticci sono ormai i tram, le aule scolastiche, le strade...
Ed è allora a partire da qui, dalle metropoli, che si pone forte l'interrogativo su quale sia, oggi, il senso della parola "identità" intesa nella sua accezione collettiva, su come si faccia a ricondurre ad un'unica dimensione culturale la moltitudine di usi, costumi, tradizioni, percorsi e vite che si intrecciano nella metropoli, modificandosi ulteriormente tra loro... o ancora su dove ricollocare ragazzi/e dalle origini più lontane, nati e/o cresciuti in Italia, che rivendicano una soggettività propria, slegata sia da quella dei loro genitori che da quella italiana, una soggettività mutante dove ogni appartenenza è qualcosa di fittizio. Ragazzi/e che con un termine imperfetto si potrebbero definire di 2^ o 3^ generazione e che pure sfuggono anche a questa definizione, rifiutando il limbo di non-soggettività che, per esempio ha portato all'esplosione delle banlieu francesi.
Forse, l'unica identità di cui si può parlare è quella di esseri umani, l'unica cittadinanza quella dei diritti; perchè oltre siamo un'unità frantumata in mille facce, storie ed esperienze diverse, ognuna costituente di un pezzetto di società, ognuna continuamente in movimento, ognuna in costante mutazione. Ognuna bastarda.
Bene, vogliamo analizzare queste sfaccettature, vogliamo farlo attraverso l'università, attraverso gli strumenti che un corso come quello di mediazione ci dà, ma vogliamo andare anche oltre: vogliamo stare dentro a Milano, alla città meticcia delle politiche securitarie, che ghettizza e chiude le moschee per esplodere invece di persone e di colori quando grida la sua indignazione di fronte all'omicidio di Abba, il suo rifiuto di ogni forma di razzismo.
Per questo abbiamo pensato ad un corso di autoformazione, un laboratorio costruito da studenti e professori insieme, abolendo la dinamica della lezione frontale per ricercare ed inchiestare invece sul territorio, costruendo a partire da noi un'università libera, non chiusa nelle sue aule e nel suo mercato dei crediti, ma aperta alla città ed al presente.


MODULO A - Ridefinizione del lessico:

MERCOLEDI' 25 FEBBRAIO h. 12.30/14.30 - La cittadinanza identitaria nella condizione postcoloniale (modello inglese, francese e paragone con l'Italia) - prof. Vivan

LUNEDI' 2 MARZO h.12.30/14.30 aula P.10 - Integrazione o Transculturalitá? I limiti valicati delle categorie di identificazione - prof. De benedittis

LUNEDI' 9 MARZO h.12.30/14.30 aula P.10 - Fortezza Europa:leggi statali ed europee sui flussi migratori -

LUNEDI' 16 MARZO h.12.30/14.30 aula P.10 - Classi-Ponte: aspetto linguistico, sociale e pedagogico - prof. Vai, prof. Calvi

LUNEDI' 23 MARZO h.12.30/14.30 aula P.10 - Identità in transito - prof. Natali

LUNEDI' 30 MARZO h.12.30/14.30 aula P.10 - Momento conclusivo e riassuntivo.

MODULO B - Aspetto pratico: prof. De Benedittis

TUTTI I MERCOLEDI' dall'8 APRILE al 6 MAGGIO:
L'aspetto pratico si configura come un lavoro di gruppo: dopo una lezione teorica su come strutturare un'inchiesta e quindi un'intervista, i partecipanti dovranno interagire col territorio relazionandosi direttamente con le realt´migranti.
Le informazioni raccolte verranno poi analizzate in gruppo e sviluppate in un elaborato che costituirá la conclusione del corso.

1.Spiegazione teorico-pratica dei diversi metodi di indagine sul territorio con particolare attenzione alla produzione di un'intervista
2.Interviste dirette ai migranti > prendendo una situazione campione come quella della comunità migrante di via Padova (attraverso ass. Villa Pallavicini ? )
3.Analisi delle interviste con divisione in gruppi di lavoro per i diversi aspetti trattati: socialità, lavoro, cittadinanza, etc...
4.Stesura di un elaborato finale che riunisce l'analisi prodotta da tutti i gruppi di lavoro.


Le studentesse e gli studenti del Collettivo NoPasaran di Mediazione Linguistica e Culturale

mercoledì 21 gennaio 2009

prossimi appuntamenti

Martedi 27 gennaio
ore 14.00 network dei collettivi della statale per l'autoformazione

ore 16.30 Dibattito: Il mondo arabo, così vicino, così lontano. Uno sguardo contro la guerra di civiltà
Parteciperanno Massimo Campanini e Francesca Forte

Primo: l'indignazione. Non vi è altro da dire, di fronte alla distruzione di una striscia di terra con la densità di popolazione della periferia di Napoli, o di Città del Messico, un milione e mezzo di persone sono chiuse in una prigione a cielo aperto e adesso bombardate. Case sventrate, centinaia di bambini uccisi, scuole, ospedali, moschee distrutte, interrotto ogni collegamento, compresi quelli sotterranei per acuire la pesantezza di un assedio che se non fosse per le bombe al fosforo sembrerebbe una riedizione di episodi medioevali.
Non esistono convenzioni sui diritti umani, non esiste legge internazionale, esiste la forza brutale e apparentemente ceca di un sovrano che ha deciso di farla finita con la determinazione dei sudditi, degli esclusi a diventare cittadini come gli altri, di uno Stato, di due Stati, poco importa in questo momento... ciò che conta sono le morti e le distruzioni.
Per questo non ci interessa a dire che siamo al fianco di qualcuno, per esserlo dovremmo probabilmente condividere la stessa sorte, come fanno, in modo per nulla neutrale moltissimi operatori "umanitari" che restituiscono a questa parola il peso dell'etimologia che la lega ad umanità e irrimediabilmente la dovrebbe contrapporre a "guerra". Non ci interessa tifare, non interesserebbe a nessuno il nostro tifo, ma diciamo senza un minuto di esitazione che il diritto a resistere è sacrosanto come il diritto a vivere, che chi si batte per non morire schiacciato dai tank, chi spara oltre la striscia, chi spara sui riservisti di Tsahal sceglie di non accettare l'attesa della morte impotente.
Secondo: fatemi capire. Eppure, oltre a tutto questo, oltre all'indignazione che ci ha portato in piazza, abbiamo sentito subito il desiderio di capire, oltre un bacino d'acqua che ci separa, un alfabeto che non conosciamo e una cortina fumogena chiamata scontro di civiltà, costruita con cura dal pensiero neoconsrvatore negli ultimi venti anni (la Cia finanziava ancora i tlebani mentre Samuel Huntingthon, il giullare di corte di Washington, scriveva il libro "Scontro di civiltà"). Cosa accade nel mondo arabo, chi si oppone alle dittature complici del massacro in questi giorni sfilando nelle piazze, quante storie differenti si celano dietro a tutto ciò che i nostri quotidiani chiamano fondamentalismo islamico, ebbene laicamente ed ereticamente, convinti che "la buona notizia è che Dio non ci serve", pure chiediamo di sapere.
Conoscere significa cercare di immaginare le parole, le vite che trascorrono al di quà e al di là del muro come trasformano ragazzi coetanei, tra loro e con noi in vittime e carnefici di una guerra senza fine che dura dal 1948. Preferiamo chiederci che razza di democrazia sia quella in cui viviamo, in cui la cittadinanza appartiene ad alcuni e non a tutti, piuttosto che additare Israele come una democrazia incompleta rispetto alle nostre, preferiamo chiederci come si possa annidare l'atrocità, la pavidità e l'accettazione di questa militarizzazione totale di una società contro un popolo vicino, come ci si possa nascondere dietro al paradigma della guerra al terrorismo, come la paura possa arrivare a tanto, o forse, più materialmente, come possano arrivarci gli immensi interessi dell'industria militare.
Terzo Noi non vogliamo avere paura: Per questo abbiamo scelto di oranizzare un ciclo di incontri, con una tavola rotonda sula guerra in corso, oltre alle iniziative di finanziamento per le ambulanze a Gaza e alle manifestazioni, lo offriamo a tutti come occasione per dire io ho provato a capire, quando tutti avevano altro per la testa, quando tutti avranno paura io saprò con chi prendermela.